martedì 1 gennaio 2013

Il figlio di Babbo Natale - parte 2

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Ed ecco qua amici la seconda parte del mio raccontino natalizio. Spero vi piaccia.
Buona lettura e Buon Anno!
Alla prossima!

Ciao!

Babbo Natale era seduto sul suo trono dorato ed era come Maggie se l’era sempre immaginato: barba bianca, viso paffuto e simpatico, deliziosamente panciuto nel suo completo rosso di velluto.
Lei, istintivamente, corse ad abbracciarlo.
“Babbo Natale, sono così contenta di vederti!”
“Maggie, cara bambina, anche io sono contento di incontrarti di nuovo. L’ultima volta che ti ho visto eri una bambina, una bellissima bambina. Ho ricevuto tutte le tue lettere, sai.”
“Ne sono felice. Speravo di aver scritto l’indirizzo giusto!”
“Certo, le ho lette tutte. Purtroppo, per problemi di tempo, non posso risponderti, ma ti penso sempre.”
“Grazie Babbo Natale, per me vuol dire molto.”
Si abbracciarono, nuovamente.
“Ti ho fatto venire qui per una ragione, cara Maggie, e il motivo è che ho bisogno di aiuto.”
“Tutto quello che vuoi Babbo Natale.”
“Come vedi”, disse indicando il gesso alla gamba, “sono impossibilitato a salire sulla slitta e tantomeno a consegnare i doni.”
“Oh, che disdetta!”
“Si, è proprio una disdetta.”
“Chi lo farà ora?”
“Eh… è proprio questo il punto. Può farlo Arthur, mio figlio…”
“Quel bambino che ho visto con te quando sei venuto?”
“Si, proprio lui. Il problema è che… non lo vuole fare. Soprattutto se glielo chiedo io. E’ un po’ ribelle, ma confido che sia per la giovane età. Ecco… il favore che ti vorrei chiedere è di convincerlo a salire sulla slitta e fare la consegna. Non è per i doni in sé. Purtroppo se Babbo Natale, o chi per lui, non farà il giro previsto la notte della Vigilia, lo spirito del Natale morirà e per tutta l’umanità sarà eterna tristezza. Ho pensato che, tu, amando così tanto questa festività, il clima di questo periodo, avresti potuto convincere Arthy a prendere il mio posto.”
“Babbo Natale, sono onorata della tua fiducia. Farà del mio meglio per convincere Arthur a consegnare i doni. Lui dov’è ora?”
“A casa sua, poco distante da qui. Ildebrando ti accompagnerà. Figliola, che lo Spirito del Natale sia con te.”
Maggie abbracciò di nuovo Babbo Natale e poi prese per mano Ildebrando per volare a casa di Arthur.
La casetta di Arthur, per quanto potesse apparire graziosa, era un completo disastro. Disordine a perdita d’occhio: vestiti e biancheria ovunque, bottiglie di vino e di birra abbandonate sul pavimento, cartoni con resti di pizza lasciati a imputridire sul tavolo della sala, un forte odore di alcol e di cibo guasto feriva irrimediabilmente le narici.
Maggie si tappò il naso, mentre cercava con lo sguardo il padrone di casa. E poi lo vide, accasciato su una poltrona di velluto marrone, davanti al caminetto spento, con una bottiglia semivuota tra le dita.
Si avvicinò per svegliarlo, ma desistette quando vide un filo di bava luccicante scendergli da un lato della bocca.
“Ildebrando, che possiamo fare? Questo ragazzo è messo… sembra un alcolizzato allo stato terminale!”
“Ho io la soluzione, dolcezza, lo rimetteremo in piedi.”
Ildebrando estrasse il suo walkie-talkie e vi parlò dentro in una lingua che la ragazza non conosceva.
Poco dopo arrivarono due folletti energumeni che lo alzarono di peso e lo portarono in bagno. Arthur, non si stava accorgendo di niente, in apparenza. Lo mollarono nella doccia e aprirono l’acqua fredda. Gelata per la precisione.
Bastarono solo pochi secondi perché si svegliasse urlando e imprecando parole irriferibili.
“Ragazzo! Modera le parole!” lo ammonì Ildebrando.
“Che cosa diavolo vuole il paggetto di mio padre?”
“Capo folletto e non paggetto, prego!”
“Che vuoi, spacca palle di neve?”
“C’è qualcuno che vorrebbe parlarti” rispose indicando Maggie.
“Ah, si? E che vuole questa cortigiana?”
“Non sono una cortigiana. Vengo da parte di tuo padre.”
“Oh, adesso Babbo Natale manda le sue vallette a portarmi i suoi messaggi?”
“Ha bisogno di aiuto, si è rotto una gamba. Serve che qualcuno guidi la slitta e consegni i regali. Tu puoi farlo…”
“Certo che posso.”
“Lo farai?” si illuminò la dolce Maggie.
“No”. Secco e perentorio come uno schioppo.
Maggie si intristì all’istante.
“Come puoi rifiutare aiuto a tuo padre, Babbo Natale! Non hai cuore? Brutto ubriacone molesto!”
“Non intendo aiutarlo. Nemmeno per tutto l’oro del mondo! E ora vattene…”
“Perché non vuoi? Non ti interessa che l’anima del Natale morirà se non lo farai?”
“Francamente no.”
“Non posso credere che tu sia così malvagio. Eri un bambino così carino e dolce… mi ricordo, sai.”
“Già, un bambino carino e dolce costretto a viaggiare su quella slitta scomoda e fredda con un padre che ama più i figli degli altri che il suo!” sbottò furioso Arthur.
“Come puoi dire che tuo padre non ti ama! Lui morirebbe per te!”
“Non lo puoi sapere. Tu non eri qui quando gli chiedevo attenzioni e ricevevo sempre la stessa risposta: devo preparare per il Natale, un’altra volta Arthy. Perciò, per me il Natale può andare a farsi fottere.”
Maggie rimase sconvolta dalle sue parole. Calde lacrime le scesero sul viso.
“Mi dispiace che non ti senti amato, ma non è la verità. Spero che un giorno lo capirai.”
“Te ne vai?”
“Si, me ne vado. Aiuterò io Babbo Natale. Guiderò la slitta e consegnerò i doni.”
Tutti rimasero impietriti nella stanza. A Ildebrando venne un colpo.
“Le renne non si faranno guidare da te” le rispose Arthur.
“Tenterò lo stesso. Il Natale non può e non deve morire.”
Maggie uscì dalla casetta seguita dai folletti.
Era abbattuta, ma non avrebbe mollato prima di aver tentato di fare tutto il possibile.

1 commento:

  1. Ed eccoci alla seconda puntata :)
    Anche questa è fuori dagli schemi, bene ;)

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